Fame emotiva

Altro tema caldissimo, che colpisce un po’ tutti e che in questo momento storico ha investito moltissimi di noi, chi più chi meno. Stefania , vuoi spiegarci cos’è la fame emotiva o fame nervosa?

Dunque, possiamo spiegarlo con un esempio visto che molte delle donne che ci ascoltano sono mamme di uno o più bambini , e che devono seguire i bambini /ragazzi in DAD , compiti, sport (per chi ancora può farlo) , spostamenti, stampe, casa, lavoro etc …. Arrivo dopo una giornata di lavoro, magari con uno o più episodi in cui mi sono innervosita, o qualcosa non è andato nel verso giusto, e mia figlia non vuole fare i compiti ma vuole guardare la televisione , io dico no, le impongo di mettersi a finire i compiti così poi potrà guardare a televisione e la supervisiono mentre le fa, aiutandola se ce ne fosse bisogno, nel frattempo l’altra figlia pretende attenzioni e mi chiama quelle 150 volte in 10 minuti, intanto devo imbastire la cena e magare svuotare la lavastoviglie : mentre preparo la cena, sento un languorino guardando ciò che preparo, assaggio, assaggio un’altra volta, prendo un pezzetto di pane, ritorno e prendo due mandorle etc… in quei momenti la mia testa e le mie emozioni sono altrove, quindi non ho fame , sono nervosa , e mi sto mangiando queste cose perché probabilmente sto mangiando la mia emozione (negativa)  .

Quindi come si riconosce?

Tendenzialmente sono gli stessi pazienti che mi riportano come problema la fame nervosa, non devo andare tanto a indagare o a domandare, il problema nasce quando non c’è coscienza di questa fame nervosa e quindi non è presente tra gli obiettivi del paziente ‘trattare’ questo lato del proprio temperamento (chiamiamolo così)  – ci sono persone che non si rendono conto di soffrire di fame emotiva, e mangiano spesso piccole quantità di cibo (che reputano  insignificanti e mi dicono NON MANGIO NIENTE e non dimagrisco) , ma le mangiano per innumerevoli volte durante il giorno , accumulando quindi nel tempo calorie in eccesso rispetto al fabbisogno e aumentando lentamente o meno di peso. Per queste persone spesso è fondamentale il diario alimentare, anche solo  per 3-4 gg oppure il recall delle 24 ore , in cui pian piano pensando alla giornata precedente , vengono fuori innumerevoli ‘spiluccamenti’ reiterati durante la giornata. Se poi si va ad analizzare durante la visita il contesto di questi spiluccamenti , si scopre che spesso sono accompagnati prima da emozioni spesso negative , oppure da pensieri invasivi , successivamente da sensi di colpa o da un dialogo interno molto aggressivo (sei il solito, ecco non ti sai controllare, tanto hai rovinato tutto di nuovo) etc.

Cosa si può fare per controllare la fame nervosa?

Beh, dipende… dipende soprattutto dalla gravità e da quanto questo modo di approcciarsi al cibo incida sulla persona , sulla socialità , sul dialogo che questa persona ha con se stesso e soprattutto quanto incide la reazione che questa persona ha alla fame emotiva. Ci sono dei veri e propri disturbi del comportamento alimentare che derivano da approcci di fame emotiva e sfociano in binge eating o in abbuffate con compenso , o altri DCA.  Diciamo che l’approccio iniziale è la consapevolezza di soffrire di fame emotiva , prendere coscienza del problema e non minimizzarlo (cosa che purtroppo molte mie pazienti madri , mogli etc tendono a fare, anche sui loro stessi figli) , SUCCESSIVAMENTE  si può pensare a un percorso di educazione alimentare globale che prenda in carico anche questo aspetto, oppure si può tentare anche, in situazioni ‘semplici’ a gestirle in autonomia utilizzando degli escamotage per ridurre gli episodi : ad esempio: in primis la distrazione dall’emozione negativa , quindi meditazione, respirazione, riprogrammazione cognitiva autonoma , sport o attività fisica, una telefonata a un amico , ascoltare musica o qualcosa che sia ‘positivo’ per la persona e che distolga l’attenzione, in casi più difficili ovviamente bisogna lavorare attraverso un percorso personalizzato.

 

Quindi chi può fare questa dieta?

In primis i gradi obesi che non riescono a rispondere alla dieta ipocalorica semplice, perché questo tipo di dieta riduce drasticamente la fame, e quindi permette di usare diete ipocaloriche spinte in persone che altrimenti non sarebbero autonomamente in grado di controllarsi (qui ovviamente sarà anche necessario fare un percorso di gestione del rapporto con il cibo, ma ne parleremo poi in altre occasioni)  – è una dieta che funziona molto bene secondo gli ultimi studi su endometriosi, ovaio policisitico e i suoi sintomi, patologie degenerative del neurone (sclerosi multipla), è nata per le epilessie e per il trattamento delle cefalee che no rispondono alle terapie farmacologiche e può essere un valido aiuto temporaneo in quei pazienti che hanno bisogno di perdere peso velocemente per gravi problemi osteoarticolari o perché devono operarsi e perdere un tot di peso per non avere rischio operatorio anestesiologico .